No, non stiamo parlando di quello con la moto.
E neanche di quello con la bici.
Il cross che intendiamo noi è la cosiddetta “corsa campestre”, quella che quasi sicuramente vi rimanderà indietro con la mente ai tempi delle scuole medie. Quella disciplina spesso fastidiosa che vi costringeva a ricoprirvi di fango fin sopra ai capelli, per la gioia delle mamme.
La corsa campestre, o cross country (letteralmente “fuoristrada”) o abbreviato cross, è invece una disciplina che gode di un’ottima considerazione all’interno dei calendari di gare invernali. Da fine novembre a marzo è frequente imbattersi in gare di cross che dalle varie fasi provinciali arrivano fino a quelle nazionali, ritagliandosi spazio anche per eventi internazionali, con gli Europei e addirittura i Mondiali.
Si svolgono generalmente su erba, terra e fango (da qui il rischio di ricoprirsi fin sopra ai capelli) e presentano spesso ondulazioni del terreno, saliscendi, curve secche e ostacoli vari da affrontare: rappresentano pertanto un tipo di attività molto allenante, muscolare e faticosa, ragion per cui le distanze di gara difficilmente superano i 10 km.
Tra i suoi vantaggi più indiscutibili ci sono quindi l’incremento della forza specifica, con la conseguente tonificazione dei muscoli, e della potenza aerobica. Da qui, l’utilità della corsa campestre nei periodi di potenziamento.
L’equipaggiamento, in questo caso, prevede quasi obbligatoriamente le scarpe chiodate da cross, ideali per fare presa su terreni spesso ai limiti del paludoso o comunque estremamente scivolosi, ma non è raro ritrovarsi a correre con temperature sotto lo zero e quindi con fondi ghiacciati e molto rigidi. In quest’ultimo caso, meglio optare per delle normali scarpe da running, magari con una suola abbastanza attrezzata.
La bellezza dei cross risiede probabilmente nella più primitiva e primordiale forma di corsa praticata dall’uomo, quella nei prati, all’aria aperta e al riparo da traffico e smog, quasi un ritorno alle origini e alla purezza della natura. Non importa quanto si rischia di sporcarsi, il cross è fatica, sacrificio, levatacce al mattino e borsoni che al ritorno pesano anche parecchi kg in più di quando siamo partiti. Ma rappresenta, allo stesso tempo, anche libertà, divertimento e soddisfazioni.
Correre al freddo, nel fango, sotto la pioggia o con la neve, rende il nostro sport ancora più eroico ed esaltante. Ed è inoltre uno dei modi più sani e più sicuri di fare sport e corsa nei mesi invernali, poichè, oltre a evitare il rischio di auto poco rispettose di noi runners, spesso costretti a divincolarci nel traffico e nello smog cittadino, correre su un terreno morbido risulta anche meno traumatico e ripetitivo rispetto all’asfalto.
In Italia abbiamo poi la fortuna di ospitare due storiche gare di cross di livello internazionale, il Campaccio e la Cinque Mulini, entrambre in provincia di Milano, che possono vantare la bellezza, rispettivamente, di 60 e addirittura 85 edizioni, con il caratteristico e suggestivo passaggio dentro ai mulini nel cross più antico e più importante al mondo.
Non fatevi perciò ingannare e spaventare da un po’ di misera terra: il cross è affascinante e se inizierete a praticarlo difficilmente potrete non amarlo!
Buone corse a tutti!