Perchè stravolgere qualcosa quando funziona e piace?
Devono aver pensato questo, in casa Saucony, al momento di progettare la nuova versione della Ride, giunta ormai alla quattordicesima edizione.
E, in effetti, perchè dargli torto? Quante volte ci siamo poi lamentati di un’evoluzione magari non necessaria o non compresa fino in fondo?
Il risultato è che la nuova Saucony Ride 14 ricalca in tutto e per tutto il modello precedente, Ride 13.
LE ANALOGIE CON LA RIDE 13
A partire dal disegno di suola e intersuola, la prima con un mix di gomma IBR+ (in avampiede) e XT-900 al carbonio (nella zona di atterraggio, più resistente all’usura) e la seconda in PWRRUN per garantire elasticità, morbidezza e ritorno di energia.
Anche la costruzione FORMFIT viene confermata, in nome di un’elevata sensazione di comfort e di immediata naturalezza nella calzata una volta allacciate le scarpe e partiti per il nostro allenamento. Quasi come se la forma della scarpa fosse personalizzata per il nostro piede.
Inalterati sono anche il drop, sempre di 8mm, e l’altezza di tallone e avampiede (rispettivamente 32mm e 24mm).
LE DIFFERENZE CON LA RIDE 13
A voler cercare proprio le differenze rispetto al modello precedente, possiamo notare dei dettagli che strizzano l’occhio alla collezione Saucony Originals.
Un richiamo che si materializza nel nome del brand americano posto su un’etichetta nella parta alta della linguetta e in un maggior rialzo nella parte posteriore sopra il tallone, sottoforma di una mezzaluna in morbido tessuto con la presenza del marchio Saucony.
Anche il disegno della tomaia risulta leggermente diverso, appena più snello e affusolato, che comporta però un lieve alleggerimento rispetto alla Ride 13: dai 277 grammi della versione da uomo si passa ai 266 grammi del nuovo modello, mentre quella femminile varia da 244 grammi a 238 grammi.
PER CONCLUDERE
In definitiva, con la nuova Saucony Ride 14 ci troviamo di fronte a una scarpa da running comoda, versatile e tutto sommato leggera, in grado di accompagnarci sia in allenamento che in gara, senza troppi ed inutili fronzoli. Un modello ideale per medie e lunghe distanze, all’insegna di una certa sensazione di libertà e brio, che lo rendono particolarmente appetibile sia per podisti evoluti che per i principianti.
Scarpa che vince, insomma, non si cambia!
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