La magia della corsa è quella cosa che ti fa mettere la sveglia alle 6 la domenica mattina, l’unico giorno di riposo, di stacco settimanale dal lavoro.
La magia della corsa è quella cosa che ti fa fare colazione con una tiepida luce a basso consumo quando fuori è ancora buio, sentendo gli scrosci della pioggia sul tetto.
La magia della corsa è avvertire le farfalle allo stomaco, subito dopo la colazione e il caffè, e non riuscire quasi mai ad andare in bagno come si deve.
La magia della corsa è quella cosa che ti fa salire in macchina per andare alla gara, mentre in testa cominciano a farsi strada i primi “ma chi me lo sta facendo fare?”
La magia della corsa è arrivare sul luogo della partenza e scoprire che hanno già cominciato ad affollare i parcheggi a 3 km dal via.
La magia della corsa è scendere dalla macchina e rendersi conto di quanta gente ha vissuto stamattina gli stessi momenti che hai vissuto tu.
La magia della corsa è ritrovarsi in coda per il deposito sacche con gente di ogni parte del globo a scambiarsi opinioni meteorologiche e altimetriche sul percorso.
La magia della corsa è mettersi in coda per i bagni chimici, perchè la colazione e il caffè fanno effetto solamente una volta giunti sul campo di gara. Non è dato sapere il perchè.
La magia della corsa è mettersi a fare riscaldamento e trovare amici e colleghi di corsa, pronti ai soliti “che obiettivo hai?”, “oggi mi fa male questo” e “oggi non vado proprio avanti”.
La magia della corsa è disporsi allo start e individuare con sguardo chirurgico i potenziali e più acerrimi avversari, quelli che âcol cazzo che oggi mi arrivi davantiâ.
La magia della corsa è rendersi conto ogni volta che dopotutto i nostri più acerrimi e agguerriti rivali siamo proprio noi stessi.
La magia della corsa è quella cosa per cui venderesti tua madre o un polmone per un personale sulla mezza anche di un solo secondo.
La magia della corsa è scattare allo start, freschi come giovani puledri, e dire fra se e se “oggi è la volta buona”, “oggi le gambe girano alla grande” e “oggi non ce n’è per nessuno”.
La magia della corsa è arrivare al terzo km e capire che forse tanto ottimismo non era poi così ben giustificato.
La magia della corsa è stringere i denti e sperare che un ristoro possa dare quelle energie che al momento sono state smarrite lungo la strada.
La magia della corsa è vedere tra la nebbia prima il campanile, poi le case e poi le finestre del posto dove è localizzato l’arrivo, che via via si avvicina come un’immagine onirica.
La magia della corsa è arrivare stremati e impresentabili agli ultimi 250 metri, ma sistemarsi i capelli e le sopracciglia sfoderando sorriso e scatto felino per recuperare una o due posizioni. E per fare i fighi davanti alle telecamere.
La magia della corsa è fare tutto questo per una misera medaglietta di infimo valore, solo perchè il giorno dopo si potrà sfoderarla con orgoglio di fronte ad amici e colleghi di lavoro.
La magia della corsa è cambiarsi in spogliatoi e tendoni con temperature apocalittiche, estate o inverno che sia.
La magia della corsa è constatare che per qualche oscuro disegno divino l’acqua delle docce è perennemente fredda. E che ci sarà sempre qualcuno che elemosinerà il doccia schiuma.
La magia della corsa è tornare alla macchina stanchi, affamati e infreddoliti e trovare la forza per incitare gli eroi che hanno deciso di correre la maratona e stanno passando proprio ora.
La magia della corsa è dedicare un sorriso e un applauso a tutti quelli, amici e parenti, ma anche illustri sconosciuti, che stanno soffrendo la stanchezza ma trovano ugualmente la forza per ringraziarti.
La magia della corsa è girarmi e averti al mio fianco.
La magia della corsa è poter condividere tutto questo con te.